venerdì 27 dicembre 2013

the Crazy Cat Lady starter kit

Trascorso un gran Natale con i tuoi, come da tradizione. Con, appunto, la tradizionale pizza del pakistano-con-gli-occhi-blu nel ruolo dei ''miei'' sia per il cenone del 24 sia per il pranzone del 25.
Però quest'anno ho ricevuto dei regali. Ammazza che mazza.
Ero davvero grata e contenta. Anche se, riflettendoci, l'immagine che i conoscenti hanno della sottoscritta non è forse così lusinghiera. 
''Cosa avrà voluto dire?''






Cioè, potrei essere la più giovane gattara del secolo. O Catwoman, ma ho la testa grande e non m'entrerebbe la calottina in lattice con le orecchie. Non è che non c'ho il fisico, eh.







lunedì 23 dicembre 2013

quei regali fatti col cuore

L'importante è il pensiero una beata fava, siamo d'accordo. Ma comunque è già qualcosa.
I miei genitori manco il pensiero. Si scordano candidamente il mio compleanno da almeno quindici anni. Anche se, qualche anno, come questo, la mia mamma ha realizzato qualche giorno in ritardo. Mi immagino il momento della rivelazione:- Ehi, la mia figliola è una decade che non compie gli anni, 'spetta che faccio mente locale..esatto, lo sapevo che in questi giorni era il suo compleanno, sono fin troppo premurosa!-
Oggi quindi, con soli tre giorni di ritardo, mi ha consegnato il preziosissimo regalo chiaramente fatto con tanto cuore e amore di madre. Un bel sacchetto della farmacia pieno di campioncini elemosinati dalla profumeria di fianco al suo negozio.


Sono comunque contenta che se ne sia ricordata, sarà lo spirito del Natale assorbito a tradimento da quell'impostore del mio corpo, ma mi ha fatto davvero piacere.
E, presa da questo benessere infame, ho fatto pure biscotti, pandori e addirittura quei schifosi di panettoni - i cavalli di Troia di canditi e uvetta- per le mie bambole. Ero in trance, in un trip natalizio di cui non avevo nessun controllo. 
Ora me ne vergogno. Sono rinsavita. Ho avuto un paio di ore di debolezza, ho tradito il mio status di paria del Natale. E voglio assumermi le responsabilità delle mie azioni. Non userò le carte ''Amore non è come sembra'' e ''Mi hanno messo una pastiglia nel drink''. 
Ecco di cosa si sono macchiate le mie mani:



E per rincarare la dose, ho anche trasformato le scarpone di quella Barbie che lasciava i timbri mentre camminava in pattini da ghiaccio. Ho applicato con eleganza mezzo stick di colla a caldo.


Mi pento e mi dolgo. Mea maxima culpa. 
Padre Maronno, redimimi.



martedì 17 dicembre 2013

ci piace Batman, ci piace com'è

Ci sono alcune piccole cose su cui la maggioranza della popolazione intergalattica si trova d'accordo.
Beth di Piccole Donne ha fatto la fine che meritava, gli uomini biondo platino fanno generalmente cagare (tranne Billy Idol e Sick Boy di Trainspotting), le mani che concretamente facevano i progetti di Art Attack non erano quelle Giovanni Muciaccia, le città dei Power Rangers erano fatte di scatole, Sherlock Holmes e Watson erano amanti, Ariel della Sirenetta non sapeva abbinare i vestiti.
E l'unico super potere di Batman sono i soldi. Almeno Iron Man l'hanno fatto simpatico nei film. Batman neanche ( ok che l'hanno fatto figo con Clooney e Bale, ma un po' di umorismo mica guastava). Solo ricco, spocchioso e lagnoso con la storia dei genitori.
Insomma, non ci vuole molto a schierarsi dalla parte dei nemici, per noi (plurale maiestatis) lettori di fumetti e guardoni di film-telefilm.
Ovviamente anche il 'mio' cattivo per eccellenza è il Joker, ma voglio comunque elencare i nemici che preferisco: il Cappellaio Matto, l'Enigmista ( mi innamorai di Jim Carrey), lo Spauracchio e Due Facce. Includerei anche Poison Ivy e Jeremiah Arkham, ma non è che siano proprio cattivissimi. Come Catwoman, finché se ne stava in disparte poteva fare la cattiva, ma quando poi ha ceduto al fascino del Bruce ha mandato tutta la cattiveria in vacca.
Tornando al Joker: penso sia il mio cattivo DC preferito. L'ho adorato fin da piccola e non so quando mi ero anche fatta un cappello da Harley Quinn, che però non mi entrava perchè ho la testa molto grande e da piccola sembravo una Bratz. Il mio Joker per eccellenza rimane Jack Nicholson, ma qualche giorno fa ri-ri-ri-guardavo quello interpretato da Heat Ledger e, cazzo, che bravo. Lo avevo snobbato. Mi piaceva, ma siccome era diventato così main stream, mi era un po' venuto a noia.
Allora, per espiare questa colpa, ho copiato una delle varie immagini che si trovano in giro per la rete. Così imparo a fare sempre la puzzona.
A fianco, un altro joker che avevo fatto credo in prima liceo, che ho ripescato recentemente mentre sistemavo - cioè buttavo- i disegnacci di educazione artistica e disegno tecnico.


venerdì 13 dicembre 2013

scarpe fosforescenti e TARDIS

Finalmente ho coronato il mio sogno: ho delle scarpe fosforescenti ( o fluorescenti? non so la differenza, beata ignoranza).
Purtroppo mi porto dietro questo trauma da quando ero piccola e tutti i miei amici - diciamo conoscenti- avevano le bull boys o le lelly kelly con le lucine. Neanche a dirlo, io no.
Io ero una hipster e avevo le converse smesse dai miei cugini e gli anfibi presi 'in crescita' numero 38 nonostante portassi un 34, che mi vanno bene ancora adesso.
Anche se va detto che, dopo molte insistenze, il mio paio di scarpette 'interattive' le ho avute anche io: aprofittando del buon cuore della nonna materna ( e facendo un compromesso con  il suo cattivo gusto) , sono riuscita a farmi comperare delle scarpette di vernice nera che suonavano la Lambada. Una figata, finalmente mi sentivo all'altezza dei miei compagni, finalmente potevo credere di correre più veloce e saltare più in alto. Ecco, sono durate una stagione, perchè causa pioggia  il meccanismo è andato in corto circuito e, oltre a ossidare mezza scarpa, suonava venti ore al giorno una Lambada in stile gotico-gregoriano che spaventava chiunque. Memorabile quella volta a messa in cui le catechiste me le hanno fatte togliere e le hanno imboscate nella sacrestia.
Dopo questo breve aneddoto della mia infanzia infelice per futili motivi, ecco qui le mie scarpette: nel barattolo di latta dei biscotti danesi che in realtà contiene le cose del cucito, ho trovato questo filo fluo che ho intrecciato e infilato nei buchi dei lacci. La foto nera non è un'ecografia ma un tentativo di immortalare i lacci al buio.


E parlando di pimpare cose, sono abbastanza soddisfatta di questa agendina che mi ha regalato nonsochi e che la mia amica aveva spiritosamente abbellito e che, con cartoncini vari (per dare spessore) e acrilici, ho trasformato nel TARDIS. Non è ancora completo, non so se fare le due finestre e l'avviso, in più devo passare il fissante. Ma sicuramente lo preferisco al 'puzzi' tra i limoni.


Ah bene, il computer non inserisce immagini. Sto stronzo.
Comunque, per le cronache della tecnologia: non va più nè il mouse, nè le cuffie che avevo preso tipo due mesi fa o neanche, nè il caricabatterie del telefono che ho ereditato da mio fratello.
Aggiorno appena posso, per quel che importa.



mercoledì 4 dicembre 2013

John Cena, bianconiglio e ancora sailor moon

Siccome il mio papà quest'estate ha fatto un ambo di incidente in moto con rottura dei piedi + rimozione di tumore dal pancione, mi ha ceduto il suo abbonamento annuale in palestra. Alla consegna del testimone, a fine agosto, ero gasatissima: già mi vedevo nei panni di Jane Fonda, con culo scolpito e resurrezione degli addominali. Ovviamente no.
La palestra è una sorta di brutta copia di quella del povero Mickey di Rocky, con attrezzi da guerra fredda e gestita da un Hulk Hogan locale, ex culturista e spacciatore di uova crude '' che c'hanno le proteine''. E il target dei clienti non è da meno: aspiranti wrestler over cinquanta unti e bisunti che sollevano delle quintalate e regalano un piacevole sottofondo di urli e ansimi, matricole di cinquanta chili che di wrestling ne hanno visto troppo ( e forse io appartengo a questa categoria) e al massimo sollevano la bottiglietta d'acqua, e vecchi che fanno ginnastica dolce ma che ci tengono a precisare che da giovani trombavano un casino.
Però la figlia del capo è un tesoro: solo che oggi mi ripeteva un po' troppo quanto fossi carina. E i manzi aspiranti Undertaker mi guardavano peggio del solito. Certo, avevo la maglietta della festa dello sport di quindici anni fa e i pantaloni dei Lakers dieci taglie più grandi, ma non puzzavo mica. Qualcosa non mi tornava, e, una volta in macchina mi sono vista nello specchietto retrovisore, ho capito tutto. Ero uscita di casa con in testa le mollette che avevo realizzato riciclando un cerchietto rotto -e un po' porno- di 99cents.


E, parlando di riciclo, ho anche fatto questa spilla della prima serie di sailor moon con lo scatolino di un ombretto finito della mia mamma, più acrilici, più brillocchi che ho colorato con acrilici.
Se penso all'anniversario di sailor moon e che sono vent'anni che sono intrippata, mi rendo conto di quanto io sia matura.


'' Your mom goes to college!''

lunedì 2 dicembre 2013

'' .. e se non ci vediamo più, ti faccio già gli auguri di.. ''

NO.
Breve auto analisi di una persona che passa Natali tristi.
Non li voglio i tuoi auguri di Natale, di capodanno e buone feste. Non li vuole la mia famiglia, siccome lo passo da sola. E non ricambio, non riferisco e non ''altrettanto a te e famiglia''.
In dicembre consiglio vivamente alla gente di evitarmi. Divento una persona disgustosa: se per undici mesi all'anno sono acida, cinica, stronza e negativa, in dicembre mi evolvo in un qualcosa di spregevole, perfido e infame. '' Quell'avido cupido pavido..''.
Non c'è maratona Telethon, tombolone di beneficenza, castagnata in piazza o adotta una pigotta Unicef che tenga. Divento la sorella molto cattiva del Grinch.
Quindi da due giorni è iniziata ufficialmente la mia annuale campagna di sopravvivenza al clima 'di festa': ma da dove viene tutto questo astio nei confronti dell'altrui felicità?
Bene, per scoprire la nascita di questo cattivone Marvel della bassa padana, occorre retrocedere di qualche anno, precisamente al Natale del 1996. Schiaccianoci in sottofondo, canto di Natale di Dickens in mente.
Mattina del 25 dicembre: una bambinona di cinque anni, grassoccia, con monociglio e buco in bocca causa caduta degli incisivi si sveglia tutta contenta. Sveglia il fratello di quattro anni e insieme corrono gaiamente in salotto per aprire il regalo di Natale. Il fratello trova la desideratissima Playstation con un botto di giochi inclusi nel pacchetto. La bambina, speranzosa di trovare la bambola di Sailor Mars, trova un cazzo di pigiama di flanella. Usato. Interruzione dello schiaccianoci per inserire l'urlo ROXANNE in versione Moulin  Rouge.
Era il primo Natale che festeggiavo coscientemente, i miei genitori erano in periodo buono, appena ritornati insieme dopo l'ennesima separazione lampo. Avevo chiuso un occhio sul fatto che si fossero dimenticati tutti del mio compleanno ( che è il 20 dicembre quindi sono della scuderia del ''regalo unico natale-compleanno'')*, ero davvero convinta che sarebbe stato un bel giorno. Povera ingenua.
Non mi ricordo se ho pianto o no. Ma da quel giorno ho giurato odio profondo verso il Natale. E, anno dopo anno, ho avuto conferma di quanto il Natale avesse giurato odio a me.


* tutti tranne un bambino di cui ero follemente innamorata, che mi aveva fatto gli auguri anticipati l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. A pensarci piango ancora per la nostalgia.