NO.
Breve auto analisi di una persona che passa Natali tristi.
Non li voglio i tuoi auguri di Natale, di capodanno e buone feste. Non li vuole la mia famiglia, siccome lo passo da sola. E non ricambio, non riferisco e non ''altrettanto a te e famiglia''.
In dicembre consiglio vivamente alla gente di evitarmi. Divento una persona disgustosa: se per undici mesi all'anno sono acida, cinica, stronza e negativa, in dicembre mi evolvo in un qualcosa di spregevole, perfido e infame. '' Quell'avido cupido pavido..''.
Non c'è maratona Telethon, tombolone di beneficenza, castagnata in piazza o adotta una pigotta Unicef che tenga. Divento la sorella molto cattiva del Grinch.
Quindi da due giorni è iniziata ufficialmente la mia annuale campagna di sopravvivenza al clima 'di festa': ma da dove viene tutto questo astio nei confronti dell'altrui felicità?
Bene, per scoprire la nascita di questo cattivone Marvel della bassa padana, occorre retrocedere di qualche anno, precisamente al Natale del 1996. Schiaccianoci in sottofondo, canto di Natale di Dickens in mente.
Mattina del 25 dicembre: una bambinona di cinque anni, grassoccia, con monociglio e buco in bocca causa caduta degli incisivi si sveglia tutta contenta. Sveglia il fratello di quattro anni e insieme corrono gaiamente in salotto per aprire il regalo di Natale. Il fratello trova la desideratissima Playstation con un botto di giochi inclusi nel pacchetto. La bambina, speranzosa di trovare la bambola di Sailor Mars, trova un cazzo di pigiama di flanella. Usato. Interruzione dello schiaccianoci per inserire l'urlo ROXANNE in versione Moulin Rouge.
Era il primo Natale che festeggiavo coscientemente, i miei genitori erano in periodo buono, appena ritornati insieme dopo l'ennesima separazione lampo. Avevo chiuso un occhio sul fatto che si fossero dimenticati tutti del mio compleanno ( che è il 20 dicembre quindi sono della scuderia del ''regalo unico natale-compleanno'')*, ero davvero convinta che sarebbe stato un bel giorno. Povera ingenua.
Non mi ricordo se ho pianto o no. Ma da quel giorno ho giurato odio profondo verso il Natale. E, anno dopo anno, ho avuto conferma di quanto il Natale avesse giurato odio a me.
* tutti tranne un bambino di cui ero follemente innamorata, che mi aveva fatto gli auguri anticipati l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. A pensarci piango ancora per la nostalgia.