mercoledì 11 giugno 2014

l'outfit di merda #1

Premessa: l’uso della parola “outfit”.
Vorrei che la  gente la smettesse di chiamare i vestiti “outfit”. Mi irrita proprio come parola, come combinazione  fonetica. Anche se ovviamente  mi molestano di più le persone che la utilizzano. Specie se la piazzano random nei discorsi. Questo inverno, il destino ha voluto che io sentissi un’ultracinquantenne bombata di botox  vestita come quelle puzzone di Gossip Girls lamentarsi che :- il suo outfit era troppo metropolis.-  METROPOLIS.
Ho sputato la gomma dal tanto che ridevo ( in italiano si dice gomma, vero? Tipo le vigorsol? Perché qui le chiamiamo cicles o ciuinghe).
Quindi mi scuso in anticipo di dover dedicare un post  alla parola “outfit”.
Anzi, no. Con chi mi devo scusare? So che sono una contraddizione vivente, quindi se voglio usarla la uso, anche se mi schifa. Nessuna scusa. Si scusassero quelle che usano i vestiti e gli accessori con le frange.

Ma veniamo al dunque.
Alcune giornate azzardi combinazioni di vestiti che magari nel comfort di camera tua sembrano funzionare, ma che, una volta tornata a casa, ti fanno solo pentire di esserti svegliata. Stamattina era così buio? Che cocktail di cereali mi ha ridotto nello stato di pensare di potermi conciare così? Con che coraggio sono stata vestita come Elmer l’elefante tutto il giorno? Come ho potuto violentare chi mi era vicino con i miei vestiti per dieci ore filate?
Altri giorni invece sei proprio consapevole di esserti vestita  come una scappata di casa. Ma esci orgogliosa, tenendo alto l’onore dell’ accazzodicane. Perché anni di lotte ti hanno permesso di poter essere fiera di indossare le calze spaiate. E capire che le cose per cui vergognarsi sono altre.
Tipo credere che il profumo camuffi l’assenza di docce. O indossare vestiti e accessori con le frange.

E con questo, inauguro la nuova rubrica "l'outfit di merda", in cui si potranno notare gli abbinamenti imbarazzanti che non mi pento di sfoggiare.
Nella foto: magliaccia prestigiosa fruit of the loom di mio fratello, modificata perché sono una tosta e wannabe aggressive, indossata con i miei pantaloni passepartout che ho in triplice copia. Impeccabile il dettaglio delle converse con lacci oversize annodati alla carlona e la raffinatezza della calza zebrata stinta.



Agghiacciante.

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