La faccia malinconica di quando guardi fuori dal finestrino
dei mezzi pubblici. E pretendi di riflettere come nei film con la voce fuori
campo. E in realtà stai solo pensando a quanto è sporco e a quante persone
prima di te si siano appoggiate e abbiano lasciato tracce corporee attaccate a
quel vetro. E pensi che se hai i brufoli è per colpa loro che ti attaccano le
loro scorie. Allora mediti di staccare la guancia o la fronte per limitare il
danno, ma sei troppo pigra e stanca della vita. E anche perché, a proposito di
scarti e complice la zaffata direttamente dalla toilette, stai un po’ pensando a quanti giorni siano passati
dall’ultima volta che hai fatto la cacca. E ti rendi conto che sono ventidue. E
pensi che magari la colonia di brufoli che si è insediata al lato destro della
tua faccia è colpa delle scorie che hai
in corpo. E decidi di fermarti in un negozio affidabile che vende tutto a
99cent e investire in una promettente scatola di lassativi dall’etichetta
scritta in russo.
La sera prendi un paio di pillole e ti corichi nel tuo letto freddo, vuoto e con ste trapunte indecenti che lasciano fuori i piedi. La pancia gorgoglia spaventosamente, ma non scoreggi nemmeno.
La sera prendi un paio di pillole e ti corichi nel tuo letto freddo, vuoto e con ste trapunte indecenti che lasciano fuori i piedi. La pancia gorgoglia spaventosamente, ma non scoreggi nemmeno.
La mattina sembra tutto regolare,
solita routine noiosa, solita voglia di vivere e solita stitichezza. Saranno
state caramelle, speriamo almeno non fosse niente di velenoso, ma se fosse
stato qualcosa di serio e magari diventassi un mutante, e sei già lì che scegli
che superpotere vorresti e sicuramente è la ricchezza.
Poi viene mezzogiorno,
dodici ore esatte dall’assunzione delle pillole. Inizi a sudare freddo, hai le
contrazioni e pensi che fortunatamente tra venti minuti sarai a casa. E invece
svieni nel bel mezzo del parco. Vieni soccorsa da turisti asiatici e dopo gli
accertamenti di altri turisti asiatici, che viste le percentuali dai per scontato siano dottori, ti trascini
piegata a 90° a casa in una condizione che nemmeno i maratoneti quando entrano
allo stadio. In bagno, botti che sembra ferragosto e scena pari pari a quella
di Harry in “Scemo e più scemo”.
Morale: oggi Linda ha imparato che se ti credi un medico ma non lo
sei, fai solo merda.
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