mercoledì 20 agosto 2014

malinconia, brufoli e lassativi

La faccia malinconica di quando guardi fuori dal finestrino dei mezzi pubblici. E pretendi di riflettere come nei film con la voce fuori campo. E in realtà stai solo pensando a quanto è sporco e a quante persone prima di te si siano appoggiate e abbiano lasciato tracce corporee attaccate a quel vetro. E pensi che se hai i brufoli è per colpa loro che ti attaccano le loro scorie. Allora mediti di staccare la guancia o la fronte per limitare il danno, ma sei troppo pigra e stanca della vita. E anche perché, a proposito di scarti e complice la zaffata direttamente dalla toilette, stai un  po’ pensando a quanti giorni siano passati dall’ultima volta che hai fatto la cacca. E ti rendi conto che sono ventidue. E pensi che magari la colonia di brufoli che si è insediata al lato destro della tua faccia  è colpa delle scorie che hai in corpo. E decidi di fermarti in un negozio affidabile che vende tutto a 99cent e investire in una promettente scatola di lassativi dall’etichetta scritta in russo.
La sera prendi un paio di pillole e ti corichi nel tuo letto freddo, vuoto e con ste trapunte indecenti che lasciano fuori i piedi. La pancia gorgoglia spaventosamente, ma non scoreggi nemmeno. 
La mattina sembra tutto regolare, solita routine noiosa, solita voglia di vivere e solita stitichezza. Saranno state caramelle, speriamo almeno non fosse niente di velenoso, ma se fosse stato qualcosa di serio e magari diventassi un mutante, e sei già lì che scegli che superpotere vorresti e sicuramente è la ricchezza. 
Poi viene mezzogiorno, dodici ore esatte dall’assunzione delle pillole. Inizi a sudare freddo, hai le contrazioni e pensi che fortunatamente tra venti minuti sarai a casa. E invece svieni nel bel mezzo del parco. Vieni soccorsa da turisti asiatici e dopo gli accertamenti di altri turisti asiatici, che viste le percentuali  dai per scontato siano dottori, ti trascini piegata a 90° a casa in una condizione che nemmeno i maratoneti quando entrano allo stadio. In bagno, botti che sembra ferragosto e scena pari pari a quella di Harry in “Scemo e più scemo”.

Morale: oggi Linda ha imparato che se ti credi un medico ma non lo sei, fai solo merda.

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