giovedì 31 luglio 2014

l'outfit di merda #2

Ed ecco la proposta della nostra fashion stylist per il secondo capitolo della rubrica " l'outfit di merda".
Maglietta 0-12 riciclata da qualche parente andato a Disneyland, che ha visto più lavatrici del signor Ariston; jeans di qualche cugino arrotolati stile pesca di vongole; scarpette da OSS senza calze ( adatte per uscite di qualche ora, non di più che altrimenti è un bagno di sudore, è una strana sensazione, è il mio corpo che cambia) che evidenziano la caviglia tornita, gli eleganti taglietti da depilazione con lametta e le cicatrici di un passato da scavezzacollo.





Per dare quel tocco grintoso a questa mise, premuratevi di avere uno swiffer appoggiato al muro dietro di voi.

mercoledì 30 luglio 2014

Amadeus, Roverino e Freud

Stanotte ho sognato George Ezra che si esibiva solo per me in una sensualissima cover di “Rock me Amadeus” di Falco che, mi scusino i sofisti della musica, è una delle mie canzoni preferite in assoluto. Pur non capendo una sega di quel che cantava, sapevo tutte le parole e mi inserivo nel ritornello (wocchi wocchi amadeus!), aggiungendo qua e là assoli di flauto dolce, reperto di scuole medie.
Ad una certa, George ( ormai si era entrati in confidenza) propone una partitona a Roverino ( che, per chi non fosse stato costretto a crescere in ambiente cattolico, è un gioco di squadra -parecchio violento se giochi con chi gioco di solito io-, che mischia rugby, quiddich, e hula hoop), con delle comparse che non so chi fossero, a parte uno con cui avevo giocato di recente del quale la mia amica si era invaghita. 
Il talento di George si rivela anche durante il gioco: riesce infatti a difendere il portiere, pur continuando a cantare e suonare “Blame it on me”. 
Non ricordo come è finito il tutto, so che la mia squadra ha perso, perché si era inserito Situation del Jersey Shore e aveva aizzato una rissa, che aveva determinato la squalifica "dei nostri".
Il significato del sogno? Evitare di tornare dai concerti dei Bastille, correre a giocare a Roverino alle 4 di mattina e non dormire per una cinquantina d’ore filate per poi entrare in coma e vedersi rovinare un eccellente duetto onirico con George Ezra da Mike Situation.

Freud?


lunedì 21 luglio 2014

saldi di seconda mano

Questa settimana ho impersonato il classico moroso-marito-povero cristo che accompagna le partner a fare shopping. Sono andata per negozi con la mia amica, in piena febbrA da saldi, e ho solidarizzato con i maschi arruolati nel massiccio esercito di portacose/come mi sta questo/ eh non trovo il portafogli, anticipi tu/ reggi qui un attimo/ sei stanco? Perché hai quel muso lungo.
Avevo un gran dispiacere per loro, come si fa a essere così poco alfa?
Bella ipocrita che sei Linda, hai appena detto che hai fatto lo stesso. È vero, neanche  a me piace andare per negozi, ma per la gente che ci incontro ( vedi le madame che schiavizzano i passivi sopracitati), mica perché non mi piaccia fare shopping. Se non fossi costantemente in bolletta, vivrei nei negozi di scarpe.
Comunque, come ho detto, non ho potuto comperarmi niente, ma se avessi avuto i pippi, ecco le cose che ho addocchiato. Raffinatezza da marchesa, eh ( e verbi un po' a cazzo)?




Per fortuna  in settimana, è arrivato anche il bastimento carico di vestiti della morosa di mio fratello. Non so se avesse partecipato a qualche sacramento di recente, ma era tutto sul genere corredo della sposa inizio anni venti. Queste le cose che mi sono piaciute di più. La ringrazio tantissimo con il mio solito slancio emotivo.



Da sinistra:
- camicetta con collo alla coreana di Jennyfer ( di cotone per fortuna, io di solito trovo tutto 100% petrolio).
- casacca H&M semplice.
- altra casacca H&M in stile Diana di Anna dai capelli rossi.
- ulteriore casacca fru fru della sua nonna quando era giovane e bella ( e viva).
L'armadio sul retro è un assaggio della semplicità barocca della mia nonna.

Inoltre, il suo shopping compulsivo ha contagiato anche quel semplice di mio fratello. Che mi ha rifilato un paio di cose prese nell’impeto. Ecco quelle che ho già indossato ( i pantaloni erano lunghi, li ho accorciati un po’ sopra al ginocchio), che non si dica che non sono femminile.


- Pantaloncino di jeans da bulletto Diesel.
- Camicia di jeans a pois di Alcott che adoro.

Questo è quanto. Vado a vedere la seconda puntata di Sailor Moon Crystal e a offendere quella scrausa di Mercury.


mercoledì 16 luglio 2014

the Shining, mucillagine e Borat

Detesto andare al mare.
Lo so: sono asociale, solitaria e polemica.  Ma, anche se andassi nella spiaggia migliore della Polinesia, io non starei bene. Perché mi fa un po’ schifo stare in costume. Nel senso che mi fa molto schifo il mio corpo.
Sta di fatto che lo scorso weekend alcune conoscenti mi invitano un paio di giorni al mare. E con mare intendo quel passato di verdura comodamente raggiungibile dopo cinque chilometri di spiaggia denominato Lidi ferraresi. E quando mi si presenta l’occasione di scroccare, mica posso dire di no. Quindi sono andata. Ombrellone praticamente a un’ora di bicicletta dall’acqua, classica famiglia con bambini molesti a destra e coppia di tamarri innamorati a sinistra.
Vorrei soffermarmi su questi ultimi. Vorrei accendere un cero per tutti quegli uomini che al mare mettono il perizoma ( e pure per le donne, onestamente, più ceri per tutti). Non paghi dello slippino, che a mio parere è già un discreto antisesso, questi mettono il nos al loro stile sfoggiando il perizoma. 
Vi svelo un segreto: non sembrate Gandy. Sembrate Borat.
E poi ho molte altre cose che mi fanno odiare la spiaggia e la gente da spiaggia, che riassumerò in una breve lista:

-          Milfone color mogano con cofana biondo platino che guardano i minorenni.
-          Gli asiatici con le unghie lunghe che fanno i massaggi con la canfora e poi è tutta una puzza perché
-          Si unisce al puzzo di cocco-vaniglia della zoccolona in topless che si fa spalmare la crema ogni mezzo minuto da uomini diversi.
-          Ogni cosa che tenti di mangiare è coperta di sabbia.
-          Chi tiene a bada le borse mentre gli altri vanno in acqua.
-          Il salterello nella zona giochi è sempre occupato da bimbi che poi ci vomitano.
-          La vecchia vicino a te non è in grado di fare le parole crociate e chiede al marito ogni definizione
-          Il marito non sente perché sta ascoltando la partita per radio a un volume illegale.
-          I bambini piangono sempre.
-          Il bar non ha l’Algida.
-          I teen ager in generale.
-          Quelli che non sanno dove parcheggiare i gommoni, i gonfiabili, i palloni e i mini frigo e alla fine te li ritrovi sotto il tuo lettino.
-          Infradito inghiottite dalle sabbie mobili e mò ti fai dieci chilometri di sabbia bollente da scalza.


Fortunatamente, per dormire la sera ( siccome non c’erano le tapparelle e questa è un’altra cosa che non concepisco, perché gli appartamenti al mare hanno le tende bianche trasparenti e non le tapparelle), mi ero  pimpata questa mascherina, che esprimeva perfettamente il mio stato d’animo a fine giornata. Il " design"  è ispirato a una collana che ho preso su etsy tempo fa, ma non ricordo chi fosse il venditore-autore. E sarebbe in rosso, anche se dalla foto sembra salmone.


" Danny! Daddy's home! "

giovedì 10 luglio 2014

sfogo di una notte di mezza estate

Sai cosa è meglio di un anziano al supermercato che bussa le cocomere? Cinque anziani al supermercato che bussano le cocomere. Contemporaneamente (anche se non in sincro; ma sai, amplifon vari), con un risultato che assomigliava spaventosamente a " Gimme some lovin" dei Blues Brothers. Sono quei momenti in cui ringrazi che la tua mamma non ti abbia abortito.
Ecco, ero così coinvolta e così contenta di assistere a questa scena, che non avevo notato la coppia di panzer teenager best friend forever alla moda che stava arrivando. Con la faccia arancio di fondotinta, con l'eyeliner sbilenco ( una, l'altra preferiva non togliere il raffinatissimo occhialone da sole), con il frisé nei capelli, con gli shorts inguinali, i brillocchi da ghetto anni novanta e il crop top. 
Ora, se fossi un quaranta chili ad una festa sulla spiaggia di Malibù anche anche. Ma se rasenti l'obesità e non raggiungi il metro e sessanta, magari evita. Soprattutto perché sei in una Coop in pianura padana e oggi piove anche. Vorrei precisare che non è un problema di peso o di aspetto fisico, e nemmeno di moda, perché fosse per me ci vestiremmo tutti come Eminem. Anche se comunque non mi va di fare l'ipocrita e dire che mi piace vedere cosce con una cellulite che sembra carta a bolle o tette peggio delle gobbe dei cammelli: già non mi piace vedere carne scoperta; se devo, la preferisco tonica. E via di doppisensi. Penso sia una questione di gusti, come una preferenza per i ragazzi con la bocca grande. Miglioro la mia posizione?
Comunque, il problema nasce dall'atteggiamento. Ok ti senti giovane e bella, ok sei alla moda e la scuola è finita. Ma queste due baldracche hanno iniziato a sfottere quei deliziosi vecchietti. Che nemmeno le sentivano ( "Gimme some lovin" raggiungeva un volume discreto e come dicevo, amplifon). 
Ma io, con il mio orecchio bionico, le sentivo eccome. E sono intervenuta, forte del mio spiccato senso di giustizia e della autonomina a paladina delle cose ( un po' bulla, però). Un discreto:- io busserei le vostre teste- e via, sono sparita nel reparto latticini. 
Che brutta persona devi essere per non apprezzare una scena del genere ( e per non farmela godere fino alla fine)? Meriti il peggio.

giovedì 3 luglio 2014

la ruota gira ma a volte è lenta

Sai com’ è: le disgrazie non vengono mai da sole. Sia mai.
Per questo quando ieri mi si è fermata la macchina nel bel mezzo della provinciale alle due di notte sapevo che quello era solo l’inizio di una saga. Mentre aspettavo la mia amica piangendo, sapevo.  
Stanotte mentre non dormivo causa piccoli problemi di cuore, sapevo che come al solito avrei abortito l’ennesimo embrione di relazione, con  la mia invidiabile capacità di sminchiare cose. 
Stamattina sapevo già l’esito della riunione straordinaria al lavoro: purga e licenziamento in tronco di dieci cameriere su dodici, quindi da lunedì prossimo sono col culo a terra e le tasche vuote ( “… and no  money in our coats” ) . 
Questo pomeriggio ho forato la gomma della bicicletta a quindici chilometri da casa, con quaranta gradi all’ombra ( e con l’atleticità della sottoscritta è stata un’impresa tornare) e sapevo, sapevo che non era ancora la fine. 
Poco fa mi chiama una conoscente che detesto, tornata in anticipo dalle vacanze. Mi vuole vedere, la sgodevole. Può andare peggio (Igor rispondi che potrebbe piovere!) ? Ma perché no? Un attimo fa,  Ennesima litigata colossale con papo, che ti dice tanta di quella brutta roba da averne per un altro paio di vite. E Successiva telefonata della nonna paterna in difesa del figliolo, che rilancia con potenziamento degli appellativi e lancio di maledizioni dialettali.

Sono in corto circuito psico-fisico. Ma penso non sia ancora finita. Anzi lo so.
Per questo ho fatto un segnalibro con un abbassalingua. Per rispondere al male con ulteriore male.
Chhhh Chhhh ( Sono Darth Vader che respira pensando al male).