lunedì 29 dicembre 2014

Linda mani di merda

Sarà l'abuso di caffeina, sarà l'artrite precoce, que serà serà, ma oggi mi è caduto TUTTO. Veramente non avevo più scuse da inventarmi. Il mascara nel water, il telefono nella pozzanghera, due piatti e due bicchieri a lavoro che mi hanno lasciato tanti di quei tagli che sembro uscita da uno scontro con i Peaky Blinders e Wolverine, la bottiglia d'acqua rigorosamente aperta, la teglia di melanzane rigorosamente bollente, gli occhiali nel water sopracitato e sicuro mi sono dimenticata qualche caduta, peccato perchè sono episodi molto avvincenti. Ah sì, la tazza di caffè, piena, per carità. E me stessa, su una lastra di ghiaccio, ma lì le mani non c'entrano, poverette.

Già.

Beh, post impegnato. Gran doti letterarie, le mie.
Mi ritiro, con le mani al sicuro nelle tasche di questo pile molto sensuale e giovanile che invita allo stupro.

giovedì 18 dicembre 2014

prosecco e proteine

Oggi ho risposto all'ennesimo questionario del conoscente di turno che scopre che sono vegetariana. Non riesco a capire come mai la gente rimanga così sconvolta. Sono sicura che se dicessi che come hobby sparo ai bambini orfani scandalizzerei di meno. Anche se, considerando che anche Hitler seguiva una dieta vegetariana, forse sarebbe scontato.
Ecco alcune delle domande must, inevitabili e indegne di una qualsiasi risposta perché all'interlocutore non frega solitamente una sega, vuole solo convincerti a mangiare sta cazzo di fetta di prosciutto.
Eh, ma allora da dove prendi le proteine? Ah, ma il prosciutto però lo mangi? E il pesce? E perché mangi le uova allora, lo sai che sono pulcini? Eh, ma allora da dove prendi il ferro? Oh, ma lo sai che anche le piante soffrono? Eh, ma non è che se non mangi carne poi gli animali non muoiono più, sai? Quindi mangi il pesce, giusto? Ma vai contro natura, lo sai che l'uomo è carnivoro è l'evoluzione- è darwin- è la legge della giungla? Eh, ma almeno il pollo lo mangi? E il prosciutto? Eh, ma lo sai che il latte viene dagli animali? Allora il prosciutto lo mangi, giusto? Ma quindi, SPIEGAMI ( come se a questi laureati in proteine interessasse davvero), cosa mangi oltre all'insalata?
Serie di domande che termina generalmente in due sentenze che suonano come minacce bibliche: Ah, ecco perché sei così pallida. Eh, ma non sai cosa ti perdi.
Vorrei solo capire perchè. Non mi frega davvero una minchia di quel che mangiate voi, non voglio fare proselitismo, non vi tolgo la carne dal piatto, potete spararvi tutti gli hamburger che volete e iniettarvi in vena quel benedetto prosciutto, non mi interessa se volete mangiare delle bestie vive o se mangiate esseri umani a pezzi ( "con un piatto di fave e un buon Chianti, fffff "), non vado a rompere i maroni alle navi che cacciano le balene o alle vecchie che mettono le pellicce. Perciò, per piacere, chiunque legga accolga il mio accorato appello: mangio quel cazzo che mi pare.

Ma cambiando argomento senza alcun filo logico, stanotte ho finito le mie renne riciclate da alcuni dei millemila tappi di prosecco che mi ritrovo in tasche di camicie, borse e pantaloni. Colorate con le dita e con uno stuzzicadente usando una confezione di acrilici del Poundland.




Onestamente sono abbastanza orgogliona. Le metterei quasi su Pinterest insieme a quelle decorazioni fai da te indecenti e improponibili che ci spendi il triplo in materiali "che tutti abbiamo in casa" ( sì, aspetta che prendo la mia colla spray glitter multisuperficie waterproof con effetto gesso) di quelle che potresti comprare al supermercato e se va bene ti si sgretolano prima del 23 dicembre e sarebbe anche meglio perchè di solito i risultati anche photoshoppati fanno cagare.
.

martedì 16 dicembre 2014

wham! e zeppe Fornarina

Possiamo riflettere un momento sul fatto che George Michael e " quell'altro degli Wham!" potrebbero far campare dieci linee di discendenti solo con i diritti di "Last Christmas"? Possiamo anche soffermarci sull'eterosessualità del video ( che comunque non è niente paragonato a "Wake me up before you gogo", mi chiedo davvero chi avesse dei dubbi sulla gaiezza di George Michael, qualche segnale l'ha lanciato eh)? Possiamo accendere un cero per tutti quei poveracci che lavorano in qualsiasi luogo abbastanza busy sotto natale e sono costretti a sentire allegre compilation natalizie per dieci ore al giorno minimo?
Coooomunque, forse domani avrò finalmente un day off dopo tre mesi , e ho un grosso dilemma esistenziale da affrontare. Infatti è successo che ho messo l'occhio su un paio di zeppe. Non so davvero cosa cazzo mi è successo, ho giurato acerrimo odio alle zeppe in terza elementare, dopo che la mia mamma non mi volle comprare le zeppe Fornarina di 8 o 10 cm perché " ti rovinano la postura" che in realtà era perché costavano uno sproposito ( e facevano anche puzzare i piedi, comunque).
Quindi non so, domani le vado a provare per la quarta volta, sono molto combattuta e sento di tradire la mia integrità.
Manca solo che faccio risorgere il tamagotchi di a mio cugggino, mi faccio i frisé e mi dò il rossetto color mattone, e mi metto su il mio zaino invicta.

mercoledì 10 dicembre 2014

piccola aiutante di Babbo Natale

Che disagio il periodo natalizio. Quel costante senso di non appartenenza si fa così intenso che ti viene solo da prendere e lanciare vetri rotti a tutte quelle persone allegrone che organizzano da metà ottobre e ostentano la loro bella famiglia unita e non vedono l'ora di spararsi due settimane tutti insieme a mangiare e essere felici e uniti e in famiglia.
Comunque quest'anno mi sono ammorbidita e ho decorato questa ghirlanda con dei soldatini che ho trovato a 50cent per un pacco di un centinaio. In realtà ne ho decorate tre e le ho piazzate un po' a cazzo in camera.



Raffinata, vero? Posso sempre dire che rappresenta la tregua di natale del 1914 e sembrare sofisticata e impegnata in attività di commemorazione.
Intendo anche cimentarmi in altri art attack di riciclo intensivo e decorare la mia camera in modo super kitsch. Pensavo proprio oggi a Neil, il grande artista. Che trasforma oggetti comuni in opere grandiose.

domenica 30 novembre 2014

adotta un genitore

Sarà difficile fare il genitore, ma santo cielo fare la figlia è un'impresa mica da meno.
Non ci sono precauzioni che possano impedirti di essere figlia, porca miseria.
è tutta la vita che provo di ragionare con la mia mamma e con il mio papà ( separati, riuniti, ri separati, riuniti, ri riseparati e via discorrendo in modo da garantire una vita molto equilibrata a me e a quel semplice, grazie al cielo, mio fratello), ma niente. Si comportano come due ragazzini ( youth!), non si prendono una responsabilità nemmeno a ricompensarli, arrivano a dei livelli di immaturità che nemmeno i bimbi all'asilo dalle suore, dei giochi del silenzio con dei musi lunghi annuali e un'ipocrisia e le colpe e le accuse e un continuo sputare merda che basta, davvero.
E puoi scappare finché vuoi, ma in qualche modo riescono sempre a farti finire in mezzo.
Non si sa come, ma è colpa tua. Sei in mezzo e ti prendi la merda di entrambe le parti.



Grazie di cuore mamma e papà per questi bei momenti.

domenica 23 novembre 2014

piercing, adattatori e mandarini

Siccome la frutta e la verdura in UK è tutta indistintamente paragonabile a carta igienica, come sapore, come consistenza e anche come colore, speravo avrei scampato il fastidio provocatomi dall'annuale sbucciatura di mandarini in luoghi chiusi da parte di sconosciuti. Secondo me i mandarini fanno una puzza illegale. Oltre a ricordarmi le merende alle quattro di pomeriggio alle elementari con le bidelle che davano il mocio nei corridoi e i fine pranzoni-cenoni con quella sottospecie di famiglia tra i gusci degli arachidi e i tappi di sughero martoriati da commensali annoiati, mi fanno proprio venire il mal di testa dal fastidio. Ci sono quegli odori, non per forza puzze, che fanno venire mal di testa, no? Per me alcuni sono quel cazzo di Alien di Thierry Mugler o l'odore del miele o dei sacchetti di mughetto nascosti nei cassetti delle mutande delle anziane insieme col libretto della pensione e i pezzi dei gatti di Swarovski rotti negli anni.
E invece no. Tre giorni fa, sull'autobus pieno all'inverosimile, un brillante ha avuto la necessità di sbucciarsi un mandarino. E altroché carta igienica. Un'ondata puzzolente che mi ha bruciato le narici all'istante.
Ed è subito sera. 
Già non ero proprio in forma perchè avevo fatto altri due piercing e, porca miseria, mi hanno torturato dal male e ho sanguinato che nemmeno Gesù in via crucis. Non ho mai patito così male per dei piercing ( sì, ne ho altri perchè sono una tipa tosta), lasciati dire, bel Adam apprendista tatuatore, che devi essere veramente più delicato e soprattutto che una tazza di thé non risolve la perdita di cinque litri di sangue. 
Quindi sono arrivata in camera che ero parecchio indecente e tremolante e sembravo davvero una fuggita da Scientology e cosa penso di fare? Di farmi un buon caffè solubile per rimettermi. Tempo di muovere un muscolo e rovescio la tazza sulla presa multipla che scoppia, bruciando l'adattatore e i caricabatterie di computer, i pod, telefoni e macchinetta fotografica, oltre a un pezzo di deliziosa moquette e l'angolo della coperta del letto.
Così di botto sono tornata agli anni novanta. Non ho più niente.
Mi devo fare spedire un walkman e un cercapersone.
Hello moto.



domenica 9 novembre 2014

apatia portami via

Sono entrata in una spirale in stile Modern Times in cui lavoro quattordici ore al giorno, mi lavo e vado a letto senza dormire. Solitamente non ho idea dell'ora o del giorno, spero sempre che non piova e che si esca da questa era glaciale e che la camicia non si sporchi così la posso mettere fino a fine settimana tanto non sudo siccome le miei ghiandole sudoripare sono momentaneamente congelate. Ho i grumi di sangue nelle occhiaie, un rush da stress come terza tetta e un alito fetido siccome mangio male e rutto anche parecchio. Ah, e non parliamo della stitichezza, che ormai è una affezionata amica che da un po' fa coppia con la caduta di capelli a ciocche, che però mi fa un po' sentire Jo di piccole donne.
L'unica cosa che ho notato in questa desolante situazione, è la costante e perenne inflazione di Frozen, che non smetterò mai di  dire quanto mi faccia cagare e quanto per me sia sopravvalutato e come non sia possibile che in una corsia di giocattoli gli si dedichi il 90% dello spazio riducendo la sezione barbie a uno scaffale misero con le rimanenze della collezione Fairytopya di tre anni fa.


lunedì 27 ottobre 2014

il peccato e la vergogna

Quando la divisa da lavoro compromette una vita di solidi valori morali.
Quando la divisa equivale a skinny jeans ( si chiamano così anche se non sono jeans? Anche se sono pantaloni neri attillatissimi tipo Mick Jagger o Billie Joe Armstrong?) e scarpe da miglio verde.
Quando diventi una cameriera emo. Altroché Sebastian di the Black Butler.



Comunque le scarpe sono due numeri in più, non ho davvero delle barche così.

sabato 25 ottobre 2014

so, why are you crying?

Post di ringraziamento.
A Mike, barbone ubriachissimo che ieri si è fermato a consolare quella disgraziata della sottoscritta che stava piangendo sotto la pioggia in un vicolo buio e puzzolente alle due di notte, causa solita saga di sfighe. Non ho capito una beata di quel che mi dicevi, mi dispiace.
Ma grazie di cuore.
Mi sono sentita molto come Macaulay Culkin in " Mamma ho perso l'aereo, mi sono smarrito a New York" quando incontra la signora che dà da mangiare ai piccioni e lei gli dice cose molto sagge che ora non ricordo e lui viene folgorato e prende decisioni molto importanti per la riuscita della trama del film. Poi non so se era lei che gli dava anche dei ciondoli di uccelli tipo addobbi dell'albero di natale, che - come direbbe la mia mamma- vedi poi come li spendono i soldi dell'elemosina. 
Meglio che scappo a lavorare che sto farneticando, grazie ancora Mike.

lunedì 20 ottobre 2014

" inequivocabilmente merda"

"Sotto questa luna, dimmi cosa pensi di meea". Intro molto spiritosa dedicata a Olmo.

Comunque, ormai mi sono abituata a condurre una vita di merda. Però quando sembra che non possa andare peggio, ecco che la merda diventa diarrea. A spruzzo.
E dopo questa introduzione degna di un corto porno, vorrei spiegare i nuovi motivi che mantengono sotto zero lo standard di soddisfazione della mia vita.
Primo, lavorare dodici ore al giorno ed essere pagata meno di un bambino schiavo del sud est asiatico. Per di più, lavorare per italiani che sanno fin troppo bene come sfruttarti e fare leva sulla tua palese mancanza di risorse. Ed essere vittima di un nonnismo vergognoso che ti fa piangere che nemmeno la protagonista di uno shojo.
Secondo, convivere con due trentenni inglesi con un senso dell’igiene non pervenuto, in una casa lurida e che ogni volta che esci dalla “tua” camera sterilizzata alla bell’e meglio ti prende un senso di sconforto e una grande nostalgia dei pavimenti di marmo o di cotto o di qualsiasi materiale lavabile con candeggina.
Terzo, la tirchiaggine estrema di uno dei due coinquilini nonché padrone di casa, che conta i minuti di apertura acqua doccia, si conta le patatine che mangia, cronometra le lavatrici e il minutaggio microonde.
Quarto, una cazzo di unghia incarnita nel pollicione del piede che sbatti statisticamente in ogni spigolo esistente sul globo terracqueo. Allora, questo è un discorso molto serio e molto da giovane. Io ho dei piedi disgraziati. L’unghia in questione, dopo essere stata nera per cinque o sei mesi, mi è caduta ( per la settima volta direi) ed era in via di crescita. Non so cosa capita il mese scorso, ma quella traditrice decide di infilarsi nella carne. Ed è iniziato l’inferno. Correrci sopra per delle giornate intere mi fa desiderare un taglio netto. Al pronto soccorso mi hanno medicato, ma sta stronza non demorde. E, per chiudere in bellezza, aggiungo che fa tanto di quel pus che sembro Slimer dei Ghostbuster.
Quinto, sono povera. Cosa che però mi spinge a svegliarmi: tra offerte, coupon e conteggi matematici degni di Will Hunting  mi riesco a mantenere con 12-14£ alla settimana, affitto escluso trasporti inclusi.
Sesto, i clienti molto molesti. Dei Lord disgustosi  che con la seconda birra si convincono di essere dei Beckham e, non so con per quale reazione chimica dell’acool, si convincono pure di parlare un italiano fluente e non la smettono più con le frasi d’acchiappo. Con un risultato tragicomico, in un misto di Stanlio e Olio, Mike the Situation ( “ Ciao seniorina, sei bela”), Heather Parisi e Brian e Garrison.

As usual, never a joy.



martedì 7 ottobre 2014

La vestizione del cavaliere

Credevo di essere psicologicamente preparata all’inverno inglese. Invece siamo in autunno nemmeno da dieci giorni e ho già un piede nella fossa causa ibernazione. Mi ero sopravvalutata, venendo dalla pianura padana credevo di poter essere all’altezza anche della campagna di Russia ( fighi i Russi  che vincono ogni guerra grazie al loro “rigido inverno”, vero?).
Vedendo i primi segni di cedimento nelle scorse settimane, mi ero  fatta spedire tutti i vestiti di cui disponevo ( da notare che stavano tranquillamente  in un pacco sotto i dieci chili), in modo da essere una cipolla fatta e finita, e poter perdere ore a infilarmi tutto per poi sfoggiare sei strati di maglie e tre di pantaloni senza alcun imbarazzo né scomodità nei movimenti. Ma a nulla sono serviti i miei fashion sforzi .
Infatti, sarà che in casa non abbiamo il riscaldamento, sarà che i coinquilini tengono bellamente aperte le finestre anche di notte, sarà perché ti amo, ma ieri sera sono stata portata in ospedale causa convulsioni e altre brutte  cose che mi avevano lasciato nel bagno esattamente in questa condizione: 



Grazie Dan e Dan per il tempismo nei soccorsi e scusate se vi ho svegliato alle due di notte con i miei rantoli.


domenica 28 settembre 2014

le coreografie dei capelli nella doccia

La doccia-con-capelli è una cosa molto seria quando sei fuori casa. Specie se hai dei coinquilini e non sei particolarmente disinibita. Specie se la doccia è in un loculo, il lavandino in un altro loculo e il phon nella camera che condividi. Su tre piani diversi di scale illegalmente ripide che ti sembra  sempre di salire sulla rupe dei Re.
Ma tutto il disagio viene ripagato, quando poi nel lavandino ti trovi certe opere d’arte, ovviamente di capelli altrui, che ti commuovono dalla bellezza. Altroché Merda d’artista, qui ci sono coinquilini di merda che meritano molta più fama.
Giusto per: i capelli degli altri sono una cosa che mi fa venire i brividi di schifo, così i piedi e le unghie.





“- Questo è un Garpez!
- Ma scusa come hai fatto, così al volo..
- Per forza, è una merda, è un Garpez!"

domenica 14 settembre 2014

Digestive, Draculaura e Micro Machines

Alla veneranda età di quasi ventitré anni ho scoperto i biscotti Digestive. E mi sono innamorata. Quei mezzi freesbee che ho sempre snobbato alla Coop del mio paese, perché mi sapevano di anziano ( e perché costavano un euro e mezzo il pacco da trecento grammi) qui mi hanno preso al lazo. Parlo delle sottomarche, in realtà. Ma ci siamo intesi, spero. Ebbene, oltre a costare venti-trenta centesimi ogni quattrocento grammi, particolare che me li ha fatti scegliere tra tutti, sono di una bontà galattica. Dopo il primo morso ero più entusiasta di un bambino della pubblicità delle Micro Machines degli anni Novanta.
E non cito questo giocattolo a sproposito, è un assist per un nuovo accattivante aneddoto.
Infatti ieri sono andata a un mercatino dell’usato e già per me era una festa, perché mica era come quelli a cui sono abituata io in cui ti vendono la bomboniera della cresima con la ballerina strabica e te la spacciano per un artefatto di Versailles. Eh no. Qui ti vendono merda per merda e se la vuoi, stabilisci il prezzo.
E come ho investito oculatamente £2? In un meravigliosissimo camper-van delle Micro Machines praticamente nuovo, come quello che da piccoli io e mio fratello avevamo ereditato dai vicini della mia nonna e che ha riempito tanti  pomeriggi tristi di una bambina strana e sola!! La foto l’ho ancora nel telefono, ma, per gli stolti che non sapessero di cosa sto parlando, ecco l’immagine da Google. 


La faccia del fanciullo biondo non rende l’idea di quanto fossi gasata io quando l’ho visto. L’ho già impacchettato per spedirlo a casa e non vedo l’ora di rigiocarci. Quello che avevamo noi l’abbiamo a nostra volta regalato a dei bambini più piccoli ( quanto dolore il pomeriggio di quel passaggio di testimone) , insieme a quell’altra figata di carro armato, sempre ereditato. Eccola foto, non capisco se il bambino palesemente medio orientale sia un messaggio subliminale.



Cooomunque, oltre a questo acquisto nostalgico e per nulla imbarazzante ( ero molto orgogliona sull’autobus del ritorno e gli sguardi giudicanti non mi scalfivano), ho trovato anche questo Monster High nuovo di scatola per £1. Povero Clawd, non potevo lasciarlo là solo. Quindi ora fa la guardia alla mia camera, con tanto di infradito, meches cobalto e pass al collo perché lui è un vips.




Tanto equilibrio mentale, tanta maturità, tanta vita sprecata.



lunedì 8 settembre 2014

beauty guru in bolletta - capitolo secondo-

Secondo appuntamento con l’esperta, per la seguitissima rubrica “ beauty guru in bolletta”.
Ma prima vi ( a chi??) svelo un segreto: da piccola volevo diventare una delle sedicenti psicologhe che rispondevano nelle rubriche del cuore dei giornalacci che leggeva la mia bisnonna, tipo Intimità, Novella e Gente. Perché pensavo che sarei diventata bibliotecaria e avrei avuto molto tempo libero ( siccome nella biblioteca della mia città non c’è mai un cane, anzi adesso è un paio di anni che è chiusa proprio) quindi avrei potuto abbattere la noia -sono stata una persona molto allegra e solare fin da piccola- e al contempo arrotondare, rispondendo a lettere che mi sarei inventata bellamente.
Ma veniamo al dunque: Ecco alcuni prodotti low cost o dei drugstore,  come scrivono le vere guru.
E, seguendo questo pregevole collage di foto supportato da paint, andiamo in ordine:



- La lacca per capelli, prezzo 89cent:  Non sono una fan delle lacche o dei gel, ma a volte quando so che alla sera mi devo lavare i capelli ( e quindi ho i capelli merdi che devo legare per forza belli stretti  per evitare fuoriuscita di puzzine) la uso. E questa non è male: ha un buon profumo, non appiccica e fa il suo lavoro per mezza giornata buona.

- Il lisciante capelli, prezzo 99cent: Quando non uso il balsamo, uso questo. Mi piace molto, penso sia la seconda volta che lo prendo. Non serve risciacquo grazie al cielo, non unge e ammorbidisce, specie le punte che hanno sempre quel simpatico effetto pennello per dipingere che si usa alle elementari.

- La crema viso, dai 3,29 (anche se l’ultimo l’ho pagato 3,99, la giustizia vi perseguiti): è già il quarto barattolo che prendo e mi piace proprio tanto. In inverno la uso da crema giorno e in estate per la notte, che di giorno mi idrato con il mio stesso sudore, grazie. Ha un buon profumo di sorbetto e lascia la pelle opaca.

- La palette ombretti, prezzo 5 euro ( foto non mia, tra l’altro): Questa è stato uno sfizio che mi sono voluta togliere. Penso che non la finirò mai, perché mi trucco poco e male. Ma adoro i trucchi matte e c’ho questo pallino per la naked basics che non posso comprare per mancanza di sponsor e quando è uscita anche la seconda mi sono sentita offesa e ho rimediato con questa. Che non mi dispiace per niente, a dirla tutta. Non mi serve niente di professionale e non posso prendere le basics, quindi me la faccio piacere e amen.

- Il lisciante capelli-semi di lino-cristalli swaroski, prezzo 99cent: Questo lo uso solo sulle punte ( e quando mi ricordo, infatti quel boccettino l’avrò preso tre anni fa e sono nemmeno a metà) che, come ho detto, sono parecchio di saggina.

- Il tonico viso/ simil topexan, prezzo 2 euro e qualcosa: Questa roba è magica. Accumulando stress, mangiando la merda e andando in bagno solo con la luna piena, mi sono riempita presto di ciccia e brufoli. Non scherzo, ma questo coso me li ha ripuliti veramente nel giro di un paio di notti. Brucia che sembra candeggina, ma è stata una benedizione. Da un paio di settimane lo uso tutte le sere e davvero sono soddisfattissima.


- La crema mani, prezzo 99cent: Niente di straordinario a dirla tutta, ma visto il mio odio per le creme mani, è una soluzione abbastanza buona per le screpolature estive ( sì amici, mi si screpolano le mani tutto l’anno, che fortunella!).

E questo è quanto. Perchè io valgo anche in UK.

sabato 23 agosto 2014

il disagio di schifare le cose che tutti adorano

Ci sono alcuni film che, a plebiscito, vengono considerati capolavori. Idem alcuni cibi o alcuni libri o alcuni cantanti o, per farla breve, alcune cose. Come direbbe Rick Grimes “Stuff”.
Ci sono poi persone che in queste cose non ci vedono proprio un cazzo di straordinario, pardon my french. Io appartengo a questa categoria, nel caso non si fosse capito dal mio fare strafottente e polemico da ragazzetto bocciato di prima media.
La trilogia del "Signore degli Anelli" mi ha fatto addormentare tante di quelle sere, che dopo tipo cinque mesi, è stato premiato come “ Uno dei tre libri che Linda non è mai riuscita a finire” ( gli altri due sono “Le cronache di Narnia” e la saga di “Eragon”, entrambi grossi errori di gioventù).
Qualsiasi libro di opere di Pirandello mi è risultato indigesto. Lo stesso per Shakespeare. Idem per le Bronte, ti prego aggiungete un po’ di descrizione alle vostre accattivantissime trame.
Penso che Beyoncé sia sopravvalutata.
"Avatar" mi ha annoiato in un modo illegale. Bravi, belli e tutto, ma santo cielo, é l’esaltazione della banalità e della pesantezza. "Seven" era talmente palese che ti prego finiamola presto. "V per vendetta" continuo a non capirlo. E parecchi altri film che al momento non mi vengono in mente.
Non capisco cosa ci sia nel sushi, né nella pasta alla carbonara, né nella coca cola, nelle patatine quelle bianche del sacchetto che alle feste piacciono a tutti ma comunque rimangono sempre, in qualsiasi cosa al gusto vaniglia, nel caffèlatte, nel vino rosso, nel pesto alla genovese, nei budini intrepidi al cioccolato, nel gelato alla spagnola ( come odio il gelato gusto spagnola), nei panini del McDonald's.

Solo che poi ci resti male. Ti prepari ad una fortissima emozione, hai molta aspettativa e senti una forte pressione da parte della comunità. E quando invece rimani dilusa non te lo riesci a spiegare.
È colpa mia? è colpa delle circostanze? Dovrei riprovarci? Dovrei mettere “ Mad world” come sottofondo a questa mia inadeguatezza?

E poi risolvi che, a culo.
Mentre voi vi gustate il vostro sushi che non puoi capire quanto è buono e bla bla ( il fatto che non lo mangerei comunque perché sono veg è un dettaglio) io mi mangio il riso in bianco. Che, la maggioranza dica quel che vuole, ma è una delle cose più buone che esistano. 

mercoledì 20 agosto 2014

malinconia, brufoli e lassativi

La faccia malinconica di quando guardi fuori dal finestrino dei mezzi pubblici. E pretendi di riflettere come nei film con la voce fuori campo. E in realtà stai solo pensando a quanto è sporco e a quante persone prima di te si siano appoggiate e abbiano lasciato tracce corporee attaccate a quel vetro. E pensi che se hai i brufoli è per colpa loro che ti attaccano le loro scorie. Allora mediti di staccare la guancia o la fronte per limitare il danno, ma sei troppo pigra e stanca della vita. E anche perché, a proposito di scarti e complice la zaffata direttamente dalla toilette, stai un  po’ pensando a quanti giorni siano passati dall’ultima volta che hai fatto la cacca. E ti rendi conto che sono ventidue. E pensi che magari la colonia di brufoli che si è insediata al lato destro della tua faccia  è colpa delle scorie che hai in corpo. E decidi di fermarti in un negozio affidabile che vende tutto a 99cent e investire in una promettente scatola di lassativi dall’etichetta scritta in russo.
La sera prendi un paio di pillole e ti corichi nel tuo letto freddo, vuoto e con ste trapunte indecenti che lasciano fuori i piedi. La pancia gorgoglia spaventosamente, ma non scoreggi nemmeno. 
La mattina sembra tutto regolare, solita routine noiosa, solita voglia di vivere e solita stitichezza. Saranno state caramelle, speriamo almeno non fosse niente di velenoso, ma se fosse stato qualcosa di serio e magari diventassi un mutante, e sei già lì che scegli che superpotere vorresti e sicuramente è la ricchezza. 
Poi viene mezzogiorno, dodici ore esatte dall’assunzione delle pillole. Inizi a sudare freddo, hai le contrazioni e pensi che fortunatamente tra venti minuti sarai a casa. E invece svieni nel bel mezzo del parco. Vieni soccorsa da turisti asiatici e dopo gli accertamenti di altri turisti asiatici, che viste le percentuali  dai per scontato siano dottori, ti trascini piegata a 90° a casa in una condizione che nemmeno i maratoneti quando entrano allo stadio. In bagno, botti che sembra ferragosto e scena pari pari a quella di Harry in “Scemo e più scemo”.

Morale: oggi Linda ha imparato che se ti credi un medico ma non lo sei, fai solo merda.

sabato 16 agosto 2014

Lost in Leeds

Sono di nuovo in Inghilterra . Non ho grandi aspettative, onestamente, ho smesso di cercare soddisfazioni. Ma in Italia non potevo proprio più resistere. Qui mi basterebbe trovare un lavoro classico da immigrata italiana con esperienza nel settore della ristorazione e con una laurea che vale come il due di bastoni quanto c’è sotto denare. Alla vostra immaginazione la risposta. Per ora ho comunque trovato da fare la tata per la bellezza di dieci ore al giorno; ma con il terrore che ho per i bambini, capisco che non sia il massimo.

Ho notato altre cose che piacciono agli inglesi, da brava patriota provinciale piena di pregiudizi:

Adorano i pantaloni attillati, non importa tu sia uomo o donna. Se sei donna però tieni di scorta anche un paio di collant nere.
Hanno questa cosa di iniziare a bere il venerdì alle cinque di pomeriggio per l’uscita del sabato notte ( che poi si conclude alla tarda ora di mezzanotte) e diventano molto  molesti, specie i teen ager. Ma le babbione over 50 non sono da meno.
Appena non piove si mettono in canottiera e infradito, anche se ci sono dieci gradi e tornerà a piovere nel giro di una mezz’ora.
Hanno perdite d’acqua e problemi d’umidità anche negli alberghi a mille stelle.
Amano  lo shampoo secco.
Qualsiasi cosa ti dicano, sembrano sempre sarcastici. Il meglio è il “ that’s nice”.
Hanno effettivamente questo complesso di superiorità verso gli immigrati, ma non mi sembrano razzisti.
Adorano che tutti vedano nelle loro case da quelle vetrate a piano terra che danno sulla living room.
Non importa quanto malamente si vestano, gli uomini hanno comunque sempre un loro perché. Anche alcune donne, ma qui nel nord si sfocia spesso nello stile Geordie e mi fa merda.
Adorano girare in casa con le pantofole, anche i giovani, anche i maschi.

Comunque: oggi avevo il giorno libero e sono andata a Leeds. Il centro città mi ha sconvolto da quanti negozi avesse. È un enorme centro commerciale, e mi sentivo veramente un topo di campagna.
Ho perso mezza giornata nei vari Primark che, per chi non lo sapesse ( ma chi? Chi gioca in prima base?) è la mia catena di negozi poracci preferita in assoluto.

Ho preso solo una maglietta (ma che maglietta!!) per l'esorbitante somma di 5£:




E queste sono le altre cose che avrei voluto mettere in saccoccia, ma per mancanza di tempo ( mi ero, appunto, persa) non sono riuscita a provare e riprovare, secondo la mia routine poco malata che precede ogni acquisto.


E questa la desolante conclusione di una giornata in una città lasciata nelle mani di ragazze bianche alla moda:





lunedì 4 agosto 2014

Galline in fuga e teen cribs

Oggi sono un po’ casaLinda perché domani parto per il Regno Unito. Sono una gallina in fuga ( Rocky Bilboa). Sono spaventata a morte, perché ho paura sia l’ennesimo fallimento. Ho paura di rovinare tutto di nuovo. Ho paura di dover ammettere che sono davvero una buona da niente. Ho paura di continuare a svegliarmi sola, stanca e schifata.
"Sai di cosa mi sono rotto le scatole Harry? mi sono rotto le scatole di dovere continuamente tirare a campare.. mi sono rotto le scatole di non essere nessuno e soprattutto... mi sono rotto le scatole di non avere nessuno."
Ho anche paura perché è la prima volta che non prendo Ryanair ( e che pago un viaggio più di 30 euro a tratta, porca miseria ladra) e che parto da Venezia. E che ho una valigia nuova ( da stiva, quella a mano è sempre lei,  elegante e giovanile come solo una valigia degli anni 80 può essere), siccome la mia valigiona storica presa con i punti del latte Ala nel ’97 si è praticamente sciolta. Insomma, mi sto cagando in mano.
Sono talmente disperata che stamattina a colazione ho acceso la tv su MTV. Penso fossero cinque  anni che non guardavo MTV ( seguo in internet alcuni programmi che trasmettono su MTV, tipo Il Testimone, Mario e Catfish), ma stamattina cosa trovo? Teen cribs. Ma cazzo, che ritorno al  futuro. Che palinsesto innovativo. A parte che a me gli adolescenti di teen cribs hanno sempre fatto salire un po’ il nazismo. In seconda, quegli adolescenti saranno trentenni ora.
Infatti, ho guardato la programmazione ed è la stessa medesima del 2006. Forse mancano le Best Crews con Mario Lopez ( Allopez), ma le Teen mom c’erano ( io adoravo  i due che avevano dato in adozione a Brandon e Teresa, ma stamattina penso ci fosse la seconda  o la terza serie, perché ho visto  quella cazzuta della mamma di Jenelle, che stimavo) , i telefilm giovanili ( tipo quello con quella che si crede una nerd ma in realtà è solo cagna o quell’altro con quel figo con gli occhiali a cui piace una cheerleader vergine.. non sono sicura ci sia ancora quella trashata patriottica della vita di una teen ager americana, che era anche un po’ teen mom) c’erano, quelli che perdono peso per il college c’erano, la Plain Jane c’era tipo dalle tre di pomeriggio fino alle nove di sera. Mamma mia, a momenti prendevo fuori il mio nokia 3310 che funziona ancora a meraviglia e scrivevo al 48408 con scritto Love il tuo nome e il suo nome, per vedere quanto eravamo giusti insieme.
In conclusione: devo svegliarmi  io, perché qui non si muove un cazzo.
"Non abbiamo da mangiare. Non abbiamo un lavoro. È le teste dei nostri uccelli si staccano!"



domenica 3 agosto 2014

odi et amo quotidiani #7

Amo bere qualsiasi cosa con la cannuccia.
Odi le sopracciglia tatuate che poi diventano verdi o viola.
Amo l'odore dell'acetone.
Odi il rumore di cassetti che si aprono o si chiudono.
Amo colorare i libri-da-colorare dei bambini.
Odi cambiare il rotolo finito della carta igienica. Ma odi di più chi non lo fa prima di me.
Amo la canzone della pubblicità della Tassoni.
Odi giocare a ruba bandiera.
Amo leggere nei cartelli all'ingresso dei paesi i gemellaggi con le città ucraine o boliviane.
Odi che non facciano saldi sui giocattoli.
Amo andare sui rollerblade come una giovane degli anni novanta.
Odi chi dice che sta leggendo un libro e poi in realtà è un e-book.
Amo vedere i negozianti che tirano su la saracinesca alla mattina.
Odi i pezzi di l'uvetta che si spacciano per pezzi di cioccolata.
Amo le bolle di sapone.
Ma odi quando finiscono, tu le riempi di nuovo con acqua e sapone per i piatti e quelle non funzionano più.
Amo scoppiare i guanti di plastica dei reparti verdura del supermercato.


giovedì 31 luglio 2014

l'outfit di merda #2

Ed ecco la proposta della nostra fashion stylist per il secondo capitolo della rubrica " l'outfit di merda".
Maglietta 0-12 riciclata da qualche parente andato a Disneyland, che ha visto più lavatrici del signor Ariston; jeans di qualche cugino arrotolati stile pesca di vongole; scarpette da OSS senza calze ( adatte per uscite di qualche ora, non di più che altrimenti è un bagno di sudore, è una strana sensazione, è il mio corpo che cambia) che evidenziano la caviglia tornita, gli eleganti taglietti da depilazione con lametta e le cicatrici di un passato da scavezzacollo.





Per dare quel tocco grintoso a questa mise, premuratevi di avere uno swiffer appoggiato al muro dietro di voi.

mercoledì 30 luglio 2014

Amadeus, Roverino e Freud

Stanotte ho sognato George Ezra che si esibiva solo per me in una sensualissima cover di “Rock me Amadeus” di Falco che, mi scusino i sofisti della musica, è una delle mie canzoni preferite in assoluto. Pur non capendo una sega di quel che cantava, sapevo tutte le parole e mi inserivo nel ritornello (wocchi wocchi amadeus!), aggiungendo qua e là assoli di flauto dolce, reperto di scuole medie.
Ad una certa, George ( ormai si era entrati in confidenza) propone una partitona a Roverino ( che, per chi non fosse stato costretto a crescere in ambiente cattolico, è un gioco di squadra -parecchio violento se giochi con chi gioco di solito io-, che mischia rugby, quiddich, e hula hoop), con delle comparse che non so chi fossero, a parte uno con cui avevo giocato di recente del quale la mia amica si era invaghita. 
Il talento di George si rivela anche durante il gioco: riesce infatti a difendere il portiere, pur continuando a cantare e suonare “Blame it on me”. 
Non ricordo come è finito il tutto, so che la mia squadra ha perso, perché si era inserito Situation del Jersey Shore e aveva aizzato una rissa, che aveva determinato la squalifica "dei nostri".
Il significato del sogno? Evitare di tornare dai concerti dei Bastille, correre a giocare a Roverino alle 4 di mattina e non dormire per una cinquantina d’ore filate per poi entrare in coma e vedersi rovinare un eccellente duetto onirico con George Ezra da Mike Situation.

Freud?


lunedì 21 luglio 2014

saldi di seconda mano

Questa settimana ho impersonato il classico moroso-marito-povero cristo che accompagna le partner a fare shopping. Sono andata per negozi con la mia amica, in piena febbrA da saldi, e ho solidarizzato con i maschi arruolati nel massiccio esercito di portacose/come mi sta questo/ eh non trovo il portafogli, anticipi tu/ reggi qui un attimo/ sei stanco? Perché hai quel muso lungo.
Avevo un gran dispiacere per loro, come si fa a essere così poco alfa?
Bella ipocrita che sei Linda, hai appena detto che hai fatto lo stesso. È vero, neanche  a me piace andare per negozi, ma per la gente che ci incontro ( vedi le madame che schiavizzano i passivi sopracitati), mica perché non mi piaccia fare shopping. Se non fossi costantemente in bolletta, vivrei nei negozi di scarpe.
Comunque, come ho detto, non ho potuto comperarmi niente, ma se avessi avuto i pippi, ecco le cose che ho addocchiato. Raffinatezza da marchesa, eh ( e verbi un po' a cazzo)?




Per fortuna  in settimana, è arrivato anche il bastimento carico di vestiti della morosa di mio fratello. Non so se avesse partecipato a qualche sacramento di recente, ma era tutto sul genere corredo della sposa inizio anni venti. Queste le cose che mi sono piaciute di più. La ringrazio tantissimo con il mio solito slancio emotivo.



Da sinistra:
- camicetta con collo alla coreana di Jennyfer ( di cotone per fortuna, io di solito trovo tutto 100% petrolio).
- casacca H&M semplice.
- altra casacca H&M in stile Diana di Anna dai capelli rossi.
- ulteriore casacca fru fru della sua nonna quando era giovane e bella ( e viva).
L'armadio sul retro è un assaggio della semplicità barocca della mia nonna.

Inoltre, il suo shopping compulsivo ha contagiato anche quel semplice di mio fratello. Che mi ha rifilato un paio di cose prese nell’impeto. Ecco quelle che ho già indossato ( i pantaloni erano lunghi, li ho accorciati un po’ sopra al ginocchio), che non si dica che non sono femminile.


- Pantaloncino di jeans da bulletto Diesel.
- Camicia di jeans a pois di Alcott che adoro.

Questo è quanto. Vado a vedere la seconda puntata di Sailor Moon Crystal e a offendere quella scrausa di Mercury.


mercoledì 16 luglio 2014

the Shining, mucillagine e Borat

Detesto andare al mare.
Lo so: sono asociale, solitaria e polemica.  Ma, anche se andassi nella spiaggia migliore della Polinesia, io non starei bene. Perché mi fa un po’ schifo stare in costume. Nel senso che mi fa molto schifo il mio corpo.
Sta di fatto che lo scorso weekend alcune conoscenti mi invitano un paio di giorni al mare. E con mare intendo quel passato di verdura comodamente raggiungibile dopo cinque chilometri di spiaggia denominato Lidi ferraresi. E quando mi si presenta l’occasione di scroccare, mica posso dire di no. Quindi sono andata. Ombrellone praticamente a un’ora di bicicletta dall’acqua, classica famiglia con bambini molesti a destra e coppia di tamarri innamorati a sinistra.
Vorrei soffermarmi su questi ultimi. Vorrei accendere un cero per tutti quegli uomini che al mare mettono il perizoma ( e pure per le donne, onestamente, più ceri per tutti). Non paghi dello slippino, che a mio parere è già un discreto antisesso, questi mettono il nos al loro stile sfoggiando il perizoma. 
Vi svelo un segreto: non sembrate Gandy. Sembrate Borat.
E poi ho molte altre cose che mi fanno odiare la spiaggia e la gente da spiaggia, che riassumerò in una breve lista:

-          Milfone color mogano con cofana biondo platino che guardano i minorenni.
-          Gli asiatici con le unghie lunghe che fanno i massaggi con la canfora e poi è tutta una puzza perché
-          Si unisce al puzzo di cocco-vaniglia della zoccolona in topless che si fa spalmare la crema ogni mezzo minuto da uomini diversi.
-          Ogni cosa che tenti di mangiare è coperta di sabbia.
-          Chi tiene a bada le borse mentre gli altri vanno in acqua.
-          Il salterello nella zona giochi è sempre occupato da bimbi che poi ci vomitano.
-          La vecchia vicino a te non è in grado di fare le parole crociate e chiede al marito ogni definizione
-          Il marito non sente perché sta ascoltando la partita per radio a un volume illegale.
-          I bambini piangono sempre.
-          Il bar non ha l’Algida.
-          I teen ager in generale.
-          Quelli che non sanno dove parcheggiare i gommoni, i gonfiabili, i palloni e i mini frigo e alla fine te li ritrovi sotto il tuo lettino.
-          Infradito inghiottite dalle sabbie mobili e mò ti fai dieci chilometri di sabbia bollente da scalza.


Fortunatamente, per dormire la sera ( siccome non c’erano le tapparelle e questa è un’altra cosa che non concepisco, perché gli appartamenti al mare hanno le tende bianche trasparenti e non le tapparelle), mi ero  pimpata questa mascherina, che esprimeva perfettamente il mio stato d’animo a fine giornata. Il " design"  è ispirato a una collana che ho preso su etsy tempo fa, ma non ricordo chi fosse il venditore-autore. E sarebbe in rosso, anche se dalla foto sembra salmone.


" Danny! Daddy's home! "

giovedì 10 luglio 2014

sfogo di una notte di mezza estate

Sai cosa è meglio di un anziano al supermercato che bussa le cocomere? Cinque anziani al supermercato che bussano le cocomere. Contemporaneamente (anche se non in sincro; ma sai, amplifon vari), con un risultato che assomigliava spaventosamente a " Gimme some lovin" dei Blues Brothers. Sono quei momenti in cui ringrazi che la tua mamma non ti abbia abortito.
Ecco, ero così coinvolta e così contenta di assistere a questa scena, che non avevo notato la coppia di panzer teenager best friend forever alla moda che stava arrivando. Con la faccia arancio di fondotinta, con l'eyeliner sbilenco ( una, l'altra preferiva non togliere il raffinatissimo occhialone da sole), con il frisé nei capelli, con gli shorts inguinali, i brillocchi da ghetto anni novanta e il crop top. 
Ora, se fossi un quaranta chili ad una festa sulla spiaggia di Malibù anche anche. Ma se rasenti l'obesità e non raggiungi il metro e sessanta, magari evita. Soprattutto perché sei in una Coop in pianura padana e oggi piove anche. Vorrei precisare che non è un problema di peso o di aspetto fisico, e nemmeno di moda, perché fosse per me ci vestiremmo tutti come Eminem. Anche se comunque non mi va di fare l'ipocrita e dire che mi piace vedere cosce con una cellulite che sembra carta a bolle o tette peggio delle gobbe dei cammelli: già non mi piace vedere carne scoperta; se devo, la preferisco tonica. E via di doppisensi. Penso sia una questione di gusti, come una preferenza per i ragazzi con la bocca grande. Miglioro la mia posizione?
Comunque, il problema nasce dall'atteggiamento. Ok ti senti giovane e bella, ok sei alla moda e la scuola è finita. Ma queste due baldracche hanno iniziato a sfottere quei deliziosi vecchietti. Che nemmeno le sentivano ( "Gimme some lovin" raggiungeva un volume discreto e come dicevo, amplifon). 
Ma io, con il mio orecchio bionico, le sentivo eccome. E sono intervenuta, forte del mio spiccato senso di giustizia e della autonomina a paladina delle cose ( un po' bulla, però). Un discreto:- io busserei le vostre teste- e via, sono sparita nel reparto latticini. 
Che brutta persona devi essere per non apprezzare una scena del genere ( e per non farmela godere fino alla fine)? Meriti il peggio.

giovedì 3 luglio 2014

la ruota gira ma a volte è lenta

Sai com’ è: le disgrazie non vengono mai da sole. Sia mai.
Per questo quando ieri mi si è fermata la macchina nel bel mezzo della provinciale alle due di notte sapevo che quello era solo l’inizio di una saga. Mentre aspettavo la mia amica piangendo, sapevo.  
Stanotte mentre non dormivo causa piccoli problemi di cuore, sapevo che come al solito avrei abortito l’ennesimo embrione di relazione, con  la mia invidiabile capacità di sminchiare cose. 
Stamattina sapevo già l’esito della riunione straordinaria al lavoro: purga e licenziamento in tronco di dieci cameriere su dodici, quindi da lunedì prossimo sono col culo a terra e le tasche vuote ( “… and no  money in our coats” ) . 
Questo pomeriggio ho forato la gomma della bicicletta a quindici chilometri da casa, con quaranta gradi all’ombra ( e con l’atleticità della sottoscritta è stata un’impresa tornare) e sapevo, sapevo che non era ancora la fine. 
Poco fa mi chiama una conoscente che detesto, tornata in anticipo dalle vacanze. Mi vuole vedere, la sgodevole. Può andare peggio (Igor rispondi che potrebbe piovere!) ? Ma perché no? Un attimo fa,  Ennesima litigata colossale con papo, che ti dice tanta di quella brutta roba da averne per un altro paio di vite. E Successiva telefonata della nonna paterna in difesa del figliolo, che rilancia con potenziamento degli appellativi e lancio di maledizioni dialettali.

Sono in corto circuito psico-fisico. Ma penso non sia ancora finita. Anzi lo so.
Per questo ho fatto un segnalibro con un abbassalingua. Per rispondere al male con ulteriore male.
Chhhh Chhhh ( Sono Darth Vader che respira pensando al male).

domenica 22 giugno 2014

Hagrid e i cake designer

Siamo d'accordo che questa moda del cupcake-cake design-americanate varie pronunciate male ci sia un attimo sfuggita di mano. Siamo tutti designer di cose. In nero. Grazie Buddy Valastro.
Secondo me il problema è che l'italiano medio non è abituato al gusto della pasta da zucchero che sa da didò o a pan di spagna di polistirolo. L'italiano vuole la crostata con la nutella. o il mascarpone con il cioccorì. O quella benedizione della torta gelato. Senza contare che, se anche fossimo abituati ai sapori, la maggior parte di queste designer improvvisate non è capace nemmeno di cuocerlo un pan di spagna.
Ieri al lavoro, dopo la cena, dovevamo portare fuori sta gran torta fatta da una degli invitati, penso per un battesimo. Già a vedersi era una cosa imbarazzante, con questo biberon-dildo, roba bianca che colava e pezzi cascanti da ogni angolo.
Magari è brutta ma buona. Invece no. Abbiamo servito trenta pezzi e ne abbiamo buttati trenta pezzi. Un gran spreco che mi ha fatto sentire in dovere di assaggiarla, che magari si salvava. L'ho sentita e sapeva di cartone umido-odore di cane bagnato. Cazzo, forse la lasciavano lì anche i bimbi delle pubblicità dell'Africa.
Ecco quindi quello che ho fatto oggi con una scatolina del labello e del fimo di scarto. Per ricordarmi che tira più un pelo di salame dolce che un carro di red velvet.




domenica 15 giugno 2014

ventilatori, mondiali e processioni

Avevo appena comperato un ventilatore nuovo per fronteggiare quella disgrazia annuale chiamata estate.
È due giorni che facciamo finta di essere in Birmania durante i monsoni. Io sono contenta, perché appunto sono allergica al caldo; ma qui c’è un ventilatore che aspetta di dimostrare quanto vale al mondo. E invece è lì solo, desolato, messo da parte e continuamente calpestato perché è un po’ in mezzo ai maroni. Come me.


Cambiando discorso e adattandosi al mood dell’italiano medio: partitona quella di ieri sera, eh? Io mi sono abbioccata un paio di volte, ma una cosa l’ho notata, oltre alla verosimiglianza dei capelli di Rooney e alle scarpe scombinate: perché le divise degli Azzurri assorbono così male il sudore? Cioè, sono tutto un alone. Poi hanno il logo Puma e la bandierina ( è uno stemma? una coccarda?) asimmetrici, non ho pensato ad altro per tutta la partita. Nonostante le strategie, gli urli, e l'esaltazione generale di chi mi circondava.
Cazzo, mancano ancora cosa? Venti giorni? Amiconi italiani uniti, esperti e patriottici, lo smorziamo un po’ l’entusiasmo almeno per i primi tempi? Come nella partita del primo girone d’andata contro il Congo Belga del 1920 con quel terribile fuorigioco del guardalinee?

A proposito d i italiano medio: ora vado a mangiare ( that's racist). Infatti sono dovuta rimanere fuori casa fino a un’oretta fa, perché c’era la processione e di sentire il prete stonato che cantava a loop quella gran hit di “Servo per amore” al megafono mi ero davvero stancata. Andiamo, per tirare su il morale dei fedeli ci sono altre canzoni valide, tipo “ Tu sei la mia vita altro io non ho ( Symbolum?)” o quel pezzone di “Io non sono degno”.

mercoledì 11 giugno 2014

l'outfit di merda #1

Premessa: l’uso della parola “outfit”.
Vorrei che la  gente la smettesse di chiamare i vestiti “outfit”. Mi irrita proprio come parola, come combinazione  fonetica. Anche se ovviamente  mi molestano di più le persone che la utilizzano. Specie se la piazzano random nei discorsi. Questo inverno, il destino ha voluto che io sentissi un’ultracinquantenne bombata di botox  vestita come quelle puzzone di Gossip Girls lamentarsi che :- il suo outfit era troppo metropolis.-  METROPOLIS.
Ho sputato la gomma dal tanto che ridevo ( in italiano si dice gomma, vero? Tipo le vigorsol? Perché qui le chiamiamo cicles o ciuinghe).
Quindi mi scuso in anticipo di dover dedicare un post  alla parola “outfit”.
Anzi, no. Con chi mi devo scusare? So che sono una contraddizione vivente, quindi se voglio usarla la uso, anche se mi schifa. Nessuna scusa. Si scusassero quelle che usano i vestiti e gli accessori con le frange.

Ma veniamo al dunque.
Alcune giornate azzardi combinazioni di vestiti che magari nel comfort di camera tua sembrano funzionare, ma che, una volta tornata a casa, ti fanno solo pentire di esserti svegliata. Stamattina era così buio? Che cocktail di cereali mi ha ridotto nello stato di pensare di potermi conciare così? Con che coraggio sono stata vestita come Elmer l’elefante tutto il giorno? Come ho potuto violentare chi mi era vicino con i miei vestiti per dieci ore filate?
Altri giorni invece sei proprio consapevole di esserti vestita  come una scappata di casa. Ma esci orgogliosa, tenendo alto l’onore dell’ accazzodicane. Perché anni di lotte ti hanno permesso di poter essere fiera di indossare le calze spaiate. E capire che le cose per cui vergognarsi sono altre.
Tipo credere che il profumo camuffi l’assenza di docce. O indossare vestiti e accessori con le frange.

E con questo, inauguro la nuova rubrica "l'outfit di merda", in cui si potranno notare gli abbinamenti imbarazzanti che non mi pento di sfoggiare.
Nella foto: magliaccia prestigiosa fruit of the loom di mio fratello, modificata perché sono una tosta e wannabe aggressive, indossata con i miei pantaloni passepartout che ho in triplice copia. Impeccabile il dettaglio delle converse con lacci oversize annodati alla carlona e la raffinatezza della calza zebrata stinta.



Agghiacciante.

sabato 7 giugno 2014

odi et amo quotidiani #6

Odi  i mascara "volumizzanti" che non sono altro che un ammasso di grumi.
Amo alla follia i tappeti elastici.
Odi le pubblicità pseudo giovanili di MTV. E la voce porno fuori campo.
Amo cancellare le strisciate della gomma delle scarpe dai pavimenti.
Odi i miei vicini di casa.
Amo la schweppes al limone.
Odi svuotare il filtro della moka. Tre volte al giorno.
Amo sentire i "rumori da cucina" delle case degli altri.
Odi gli uomini in smart. Odi di più le fighette in suv.
Amo vedere le vene in rilievo.
Odi  i cerotti che non si attaccano.
Amo la colla vinavil.
Odi le calze velate color carne. Odi profondo per i gambaletti color carne. Ps: li vediamo.
Amo le scatole delle scarpe.
Odi chi non sa gestire il proprio carrello al supermercato.
Amo cambiare le parole alle canzoni di chiesa.
Odi i pastelli a cera.


giovedì 5 giugno 2014

oggi ero Lady Cocca

Oggi stavo tagliando l'erba in cortile. Io detesto tagliare l'erba e le siepi già di mio, ma il surplus sta nella difficoltà del dover scegliere il macchinino adatto.
Infatti la mia mamma ci crede tantissimo e si è procurata l'attrezzatura dei giardinieri di Buckingham Palace, nonostante il cortile sia di due metri per due. Io ci credo parecchio meno, ma provo di adeguarmi ed evitare di "usare macchinini a sproposito", come dice lei. Sta di fatto che ogni mese sbaglio. Ma oggi ho proprio sminchiato tutto: ho inceppato il tosaerba rosso. Ed ecco perchè:


Cosa cazzo ci facesse un pallina da volano ( si chiamano palline? boccini? Harry?) nel mio cortile non ne ho assolutamente idea. Di volpi e gallinone non mi sembra di averne viste.


domenica 1 giugno 2014

La sottile arte del volersi male

Semplicemente alcune persone ( sono certa di non essere l’unica) non riescono a stare bene. Sono nate con il tormento dentro. Una sorta di depressione latente. Ma c'è, e la percepisci costantemente. 
Come un’ombra, a volte è solo un accenno e nemmeno la vedi, altre è molto scura; a volte ti sovrasta, ma altre la riesci anche calpestare. Ed è facile giudicare, dicendo che si è giovani, si ha la salute, si ha tutto e sono solo delle gran seghe di gente insoddisfatta. O che è solo un periodo,  tipo fase punk per i teenager. Ma la cosa è un tantino più profonda ( e comunque sì, sono insoddisfatta). E non voglio fare della psicologia spicciola da salotto, ma davvero certe persone dentro hanno un buco nero che inghiotte qualsiasi fievole scintilla di benessere. 
E non scrivo per cercare compassione: mi compatisco già da me e capisco da sola di essere patetica. Scrivo per avvertire chiunque dovesse per sbaglio passare da questo blog. Per  le persone “normali” che potrebbero incontrare gente come me ( ripeto, confido di non essere l’unica). Perché devono stare attente. Perché siamo rotti, siamo un insieme di cocci che tagliano e fanno male. E a volte sembriamo integri, ma, avvicinandosi,  si vedono le crepe e i pezzi incollati alla meglio, nei vani tentativi di riaggiustarsi. 
E mi spavento da sola, anzi mi disgusto, quando mi rendo conto di come ferisco chiunque provi ad avvicinarmi. E questo è quanto. Mi dispiace. 


E prima di ripensarci, pubblico il post.

sabato 17 maggio 2014

Lonsdale e case diroccate

Una delle cose che mi piace di più del ricevere i vestiti smessi da parenti e amici modaioli è ricordare l’indecenza delle tendenze giovanili delle stagioni passate.
A volte mi chiedo se là fuori c’è qualcuno, oltre a me, che indossa ancora le magliette o le mega felpe Lonsdale.
Nelle buste della settimana scorsa ho rinvenuto le magliette in poliestere con la margherita Guru, i jeans Angel-e-Devil -pronunciato a sentimento- con le ali d’argento sul retrocoscia, i bracaloni di Dimensione Danza e le elegantissime maglie Lonsdale. Che con qualche tocco sartoriale ( non certo tagli a colli e maniche con le forbici da cucina) diventano perfetti per palestra, ginnastica o come outfit per uscire a buttare il pattume che tutto il vicinato vi invidierà. Linda passion for fashion.



Nel mio caso, questi outfit fanno la loro porca figura anche in occasioni con location più rustiche e shabby chic. Per un look vintage e provenzale ma anche un po’ country.
Quel che voglio dire è che mi vesto da battaglia durante le mie scampagnate alla ricerca di edifici vecchi. Ho un debole per le case disabitate, le cascine diroccate e in generale qualsiasi luogo abbandonato e in rovina. Mi piace andare a curiosare dentro ( o il più vicino possibile) e conservare le foto che faccio. Poi capitano le disgrazie, lo so. Ma è una passione incontrollabile. Un brivido felino e un battito animale.
Davvero, ci resto malissimo quando con i progetti di bonifica o rivalutazione delle aree demoliscono questi ruderi. Stolti! Per me sono meravigliosi e le mie foto li salveranno dall’oblio. Megalomania, vieni a me!


giovedì 15 maggio 2014

giornate flop e Godzilla

Oggi è una di quelle giornate che dovevano essere belle e invece no. Oggi è una di quelle giornate flop.
Giorno libero, che pensi di sfruttare per fare del bene a te stessa, alla comunità e ai poveri del mondo. E che invece va in vacca prima ancora di iniziare, quando ti devi svegliare ugualmente alle sei di mattina causa bestemmioni al megafono dei vicini. È scontato che ogni buon proposito si eclissi, così come ogni barlume di falso e volatile ottimismo. E lo sai, mentre ti svegli bestemmiando a tua volta, lo sai che sarà una giornata di merda. Ma la affronti, perché se ti rinchiudessi in casa con un libro e i biscotti sarebbe come arrendersi ai nemici.
La mattina si risolve nelle quattro ore tra banca e posta. Il livello di nervosismo è già palesemente oltre il limite consentito. 
E la cosa peggiora perché chiama papo:- ehi, per pranzo mi raggiungi?- Certo, non vedo l’ora di passare un po’ di tempo a discutere della grande delusione che sono. 
Nel pomeriggio, con in saccoccia la mia bella dose di accuse paterne e un discreto senso di colpa, vado a prendere il letto, finalmente. IKEA of course. E sappiamo tutti ( tutti chi?) cosa implica. Esatto: un paio d’ore a smadonnare sulle istruzioni in geroglifico e i pezzi che non combaciano. Perché se anche inizi con le buone, all’ennesima vite di plastica che non trovi nella busta o che credi di non trovare perché nel foglio è disegnata come un millepiedi, lo scanchero è inevitabile. Risolvi aggiungendo chiodi a fantasia e buone speranze. 
Per ora mi sembra che tenga.
Ora sono più calma. Sarà perché ho trovato questo portaspicci ( vuoto, purtroppo) nel pattume fuori dall’IKEA.


Oppure perché mi sto caricando psicologicamente per il grande evento di questa sera: Godzilla. Quello del 1998 è stato un film fondamentale per la mia crescita, e non vedo l’ora di vedere questo. Sono più gasata di un bulletto dodicenne con la cresta e le mutande a vista. Basta poi poco a farmi felice. In più questa settimana l’entrata costa 3 euro.

venerdì 9 maggio 2014

persone inutili

Certa gente non è per niente utile alla sopravvivenza della specie umana. Certi atteggiamenti andrebbero estirpati, per una corretta evoluzione darwiniana dell'uomo.
Che contributo allo sviluppo può dare la gente che scrive " basta pioggia" su facebook mentre fuori sta piovendo o " che caldo, mi sciolgo" a metà agosto? O chi si ostina a ripetere la parola "selfie" come se fosse sta gran figata? Perché non vietano alle racchie di flirtare con i conducenti dell'autobus rallentando i loro riflessi? Qualcuno insegni a chi tira su col naso a usare i fazzoletti. E a chi striscia i piedi a camminare come un cristiano, che non sei più un quindicenne ribelle con le vans a suola piatta. Che apporto all'autoconservazione può dare uno che a fine lezione fa le domande sul senso della vita al professore? O i ciclisti che ci credono e la domenica mattina fanno gruppo con le loro tutine gialle e col cazzo che  si mettono in fila giù di strada per fare passare le macchine. O chi fa un regalo accompagnato dalla frase " é solo una sciocchezza..".
Oggi mi è arrivato un set di portachiavi di Sailor Moon ( adoro il merchandising dell'anniversario, non vedo l'ora esca l'anime!!), in cui c'è anche lui, il gran maestro dell'inutile: Milord. E le sue rose.




martedì 6 maggio 2014

beauty guru in bolletta - capitolo primo -

Con Linda nel ruolo di beauty guru.

Questa settimana sono a casa a grattarmela, quindi penso scriverò più del solito. Perché ho bisogno di compagnia e mi rifugio in internet.
Comunque, negli anni il mio istinto tirchio si è raffinato, il mio braccino si è accorciato e soprattutto la mia indigenza è ormai da definirsi cronica. Per questo sono sempre alla ricerca di nuovi modi per risparmiare, senza però rinunciare alla qualità. Sì certo.
Ovvio che non ho grandi aspettative: immagino che una crema mani di Dior sia anni luce migliore di quella dell'Upim, ma onestamente non ho nemmeno il coraggio di avvicinarmi allo stand Dior, quindi perchè non accontentarsi?
Non ho mai aspirato a standard qualitativi eccezionali, ma questa sarà una lista dei prodotti poracci con i quali mi trovo molto bene e che ho già ricomprato varie volte.
Da premettere che non ne capisco un'emerita di cosmesi: i miei parametri sono prezzo, odore e assenza di danni collaterali sulla sottoscritta. Se dentro c'è l'uranio impoverito non mi interessa.



Tenendo come riferimento questo capolavoro di Paint, andiamo in senso orario.

- L'acetone da battaglia, prezzo 80cent: aggressivo quanto basta. Toglie tre mani smalto con una sola passata. Toglie anche i colori acrilici, i pennarelli indelebili e macchia simpaticamente i vestiti.

- Il tonico viso, prezzo 99cent: con disappunto ho notato che hanno rimpicciolito la confezione, 'sti caini. Lo uso tutte le sere da quattro o cinque anni, non unge né secca e ha un odorino che mi piace tanto.

- La crema mani, 90cent: considerando che odio tutte le creme mani ed evito di usarle finché non ho le mani incartapecorite che sanguinano vergognosamente, questa mi piace molto. è un po' troppo unta per i mie gusti, ma si assorbe in fretta, quindi è sopportabile.

- La crema depilatoria, 1,98 euro: qui bisogna considerare che io non ho peli, ho setole che nemmeno un pennello Cinghiale. Sono dei bastardi. E le creme di solito fanno cilecca. Ma questa si batte coraggiosamente, alla pari di quelle Veet, Lycia o Depilzero e costa meno della metà.

- Ragazzino tosto della pubblicità Apple.

- Le salviette struccanti, 99cent: adoro queste salviette. Levano anche il waterproof e hanno un profumino che mi piace tantissimo.

- Lo scrubbone, 90cent: ho questo barattolo da un millennio, ma non finisce mai. E meglio, perché mi piace molto. Lo uso anche sul viso perché sono una ganza e non puzza né mi fa lacrimare gli occhi, come invece fanno alcuni Garnier.

- Le salviette da culo, 99cent per 3 confezioni: da portare sempre nella pochette e sfoggiare durante gli after con le amiche. No, davvero: nei bagni loschi di alcuni pub o anche solo in quelli della facoltà dove la carta igienica non è mai stata ammessa, servono. Per avere un culo fresco anche fuori casa.

E questo è tutto, per ora. Perché io valgo.